lunedì 29 ottobre 2012

L'uragano Sandy ad un passo da New York

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=jgrllVs2DDw

Questa animazione affascinante ma drammatica allo stesso tempo perchè coinvolgerà milioni di persone (e molte sono già morte, purtroppo) è stata creata da Kevin Ward da immagini acquisite dal satellite NOAA GOES -O/14  e dall' University of Wisconsin-Madison Cooperative Institute for Meteorological Satellite Studies che mostra la progressione dell'uragano Sandy che attualmente si sta avvicinando a New York, verso le ore 18 locali, le 23 ora italiana.
Al momento l'uragano è di categoria 1 al largo delle coste orientali degli Stati Uniti ed è pronto ad un impatto devastante quando le forti piogge, i venti e le mareggiate colpiranno le aree maggiori delle coste metropolitane, tra cui New York City e Washington D.C.


Mappa del territorio americano dove sono indicati i fiumi che hanno già provocati innondazioni (rosso), e quelli che al momento non hanno ancora rotto gli argini (in verde). Cliccare per ingrandire. Crediti NOAA: http://water.weather.gov/ahps/index.php

Dodici ore di tempo sono state condensate in 30 secondi di video, che e mostra l'evoluzione nel tempo di Sandy nella giornata di domenica 28 ottobre 2012. L'uragano è stato ripreso dal satellite geostazionario NOAA GOES -O/14 a circa 35 800 km di quota alle ore 7:15 EDT di ieri. Si osservano delle variazioni di luce del Sole, dovute ai cambiamenti di angolazione con cui la superficie terrestre veniva ripresa, che mostrano la struttura delle nubi.

Il satellite è stato lanciato come GOES -O dalla NASA il 27 giugno 2009; GOES-14; attualmente è sono controllo del NOAA e tiene d'occhio la regione medio atlantica.
Si prevede che Sandy porterà fino a circa 25,5 cm di pioggia a New York con un aumento di quasi due metri  dell'alta marea e raffiche di vento superiori a 120 km/h. Una volta che l'uragano si sarà mosso verso l'interno potrebbero esserci milioni di abitazioni prive di elettricità. Lo stato di emergenza è stato già diramato in moltissimi aree all'interno del previsto percorso di Sandy, ossia in sette stati americani: Maryland, New Jersey, New York, Pennsylvania, Virginia, Washington D.C. e nelle contee costiere del Nord Carolina.

L'uragano Sandy ripreso dal satellite del NOAA il 29 ottobre 2012. Crediti NOAA: http://www.noaa.gov/

L'uragano ha già provocato almeno 66 morti nel suo passaggio sopra le isole dei Caraibi. Ribattezzato Frankenstorm, l'uragano ha richiesto l'impiego di 60 000 uomini della Guardia Nazionale per gli aiuti alle autorità locali per allagamenti ed emergenze di vario tipo, come blackout di energia elettrica. Si stima che circa 10 milioni di persone potrebbero rimanere senza elettricità nelle prossime ore.

Mappa che mostra la quantità di precipitazioni sull'intero territorio americano aggiornata al 29 ottobre 2012. A lato, sulla destra della cartina, sono riportate la quantità d'acqua in diversi colori.  Cliccare per ingrandire. Fonte NOAA: http://water.weather.gov/precip/

Parlando della tempesta, il Presidente americano Barak Obama ha detto che si tratta di una  tempesta «potente e pericolosa e si muove molto lentamente, quindi potrebbe volerci del tempo prima che se ne vada».
 
Scuole chiuse, inviti alla popolazione per fare rifornimenti di acqua e generi alimentari per i prossimi tre giorni. Si sono osservate, come in passato, file alle casse e ressa immediata. Allo stesso tempo, sono stati bloccati autobus, treni e metropolitana anche a Philadelphia, Washington e Baltimora, anche la Borsa ha chiuso per l'emergenza uragano, oltre a tutti gli uffici governativi di Washington.

Si stima che circa 375 000 persone hanno lasciaot le lor case a Manhattan e a New York; l'evacuazione interessa anche 50 000 persone del Delaware e 30 000 ad Atlantic City, nel New Jersey.

Altre notizie sono disponibili sul Corriere della Sera: Uragano Sandy, emergenza in sette Stati
New York deserta attende la tempesta perfetta. Obama: «In queste ore dobbiamo stare uniti»
Posizione dell'uragano sul sito del NOAA: http://www.nhc.noaa.gov/graphics_at3.shtml?5-daynl?large#contents

Sabrina

venerdì 7 settembre 2012

Le acque malate


 La copertina del fumetto, Le acque malate. Disponibile su EU Bookshop. 

 
Voglio segnalare alcune interessanti pubblicazioni sul Clima e l'ambinete in forma di fumetto. Una di queste è intitolata "Le acque malate" e disponibile sul sito EU Bookshop, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione Europea, in formato pdf.

Per gli over 15, questo fumetto racconta la storia di una deputata europea che scopre uno scandalo di inquinamento delle acque, una scoperta non certo nuova in Italia e nel mondo. Interessante documento per capire qualcsoa di più sulle procedure legislative dell'Unione Europea.

Le acque malate
Autore: Parlamento Europeo
Personal Author(s): Dominique David, Cristina Cuadra, Rudi Miel

Disponibile su Bookshop. Europa e scaricabile gratuitamente sulla sezione PDF cliccando su "Scarica copertina" e "Scarica contenuto:
http://bookshop.europa.eu/is-bin/INTERSHOP.enfinity/WFS/EU-Bookshop-Site/it_IT/-/EUR/ViewPublication-Start?PublicationKey=QA4502224

Altri fumetti scaricabili in formato pdf relativi all'ambiente e all'ecologia sono disponibili qui .
Ringrazio la mia amica Annarita Ruberto di Scientificando per avermi suggerito il link.

Sabrina

mercoledì 29 agosto 2012

L'uragano Isaac di notte

 L'uragano Isaac catturato dal Visibile Infrared Imaging Radiometer Suite, Suomi-NPP di notte. Crediti NASA.

Nelle prime ore del 29 agosto 2012 il Visible Infrared Imaging Radiometer Suite a bordo del satellite Suomi-NPP ha catturato questa immagine notturna dell'uragano Isaac e delle città vicine al Golfo del Messico e degli Stati Uniti.

L'immagine, scattata alle ore 1:57 locali è stata acquisita dalla banda day-night VIRS, che è in grado di catturare la luce in un intervallo di lunghezze d'onda che vanno dal verde al vicino infrarosso e che usa l'intensificazione di luce per consentire il rilevamento di segnali di luce deboli. In questo caso, le nubi di Isaac erano illuminate dalla luce della Luna.

In queste ore Isaac si sta muovendo lentamente come tempesta tropicale; è si è abbattuto come uragano di categoria 1 nei pressi della foce del fiume Mississippi, nel sud ovest della Louisiana alle ore 18.45 locali, il 28 agosto 2012.

Fonte NASA Gallery: Hurricane Isaac at Night - http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_2345.html
Per ulteriori informazioni su Isaac:  A Slow-moving Isaac Brings Flooding to Gulf States AIRS image of Hurricane Isaac - http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/archives/2012/h2012_Isaac.html

Sabrina

martedì 28 agosto 2012

L'uragano Isaac monitorato dai satelliti NASA e dalla ISS


Questa immagine nel visibile dell'uragano Isaac è stata presa alle 12.40 pm EDT il 28 agosto dal satellite GOES-13 del NOAA e mostra l'enorme estensione della tempesta, dove le nuvole più orientali si trovano sopra la Carolinas e quelle più occidentali stanno spazzolando l'est del Texas. Isaac è divenuto un uragano di categoria 1 il 28 agosto alle ore 11.20 EDT con venti vicini ai 120 km/h. Si trovava a circa 115 chilometri a sud sud-est della foce del fiume Mississippi, a 28,1 N e 88,6 W di latitudine e longitudine. Isaac si stava muovendo a nord-ovest verso la Louisiana, prossimo ai 17km/h. Le fasce esterne dei temporali erano già passati sopra la Louisiana, Alabama, Mississippi e Georgia. Crediti NASA GOES Project.


Isaac è diventato un uragano nel Golfo del Messico il 28 agosto 2012 alle ore 11.20 ora locale.
 I satelliti della NASA stanno fornendo dati preziosi per le previsioni meteo presso il Centro Nazionale degli Uragani (National Hurricane Center) che osserva lo sviluppo e il progresso della tempesta tropicale Isaac mentre si avvicina alle coste americane.

Lo strumento Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo del satellite Aqua della NASA ha catturato questa immagine nel visibile della tempesta tropicale Isaac il 27 agosto alle ore 15 EDT mentre si stava muovendo verso nord-ovest attraverso il Golfo del Messico. Il raggio d'azione di Isaac si osserva dalla sua copertura nuvolosa orientale sopra l'intero stato della Florida. Allo stesso tempo, lo strumento Atmospheric Infrared Sounder (AIRS) a bordo di Aqua ha raccolto dati infrarossi sulle nubi dell'uragano. Le temperature delle alte nubi erano inferiori a -52 °C intorno al centro della circolazione e del quadrante occidentale della tempesta e nella larga fascia di temporali ad est del centro della circolazione, sopra la Florida e Cuba. Questi sono del resto i luoghi dove tempeste e precipitazioni si sono verificate più intensamente.

Il 28 agosto 2012 un'immagine nel visibile dell'uragano Isaac è stata presa alle 12.40 pm EDT dal satellite GOES-13 del NOAA e mostra l'enorme estensione della tempesta, dove le nuvole più orientali si trovano sopra Carolinas e quelle più occidentali stanno spazzolando l'est del Texas. Isaac è divenuto un uragano di categoria 1 il 28 agosto alle ore 11.20 EDT con venti vicini ai 120 km/h. Si trovava a circa 115 chilometri a sud sud-est della foce del fiume Mississippi, a 28,1 N e 88,6 W di latitudine e longitudine. Isaac si stava muovendo verso nord-ovest verso la Louisiana, prossimo ai 17km/h. Le fasce esterne dei temporali sono già passati sopra la Louisiana, Alabama, Mississippi e Georgia.  L'immagine è stata ottenuta dalla NASA GOES Project presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Mariland. La forza dei venti della tempesta tropicale si estende fino a 335 chilometri dal centro della circolazione, facemdola diventare una tempesta di dimensioni enormi, pari a circa 600 chilometri di diametro.

Un'allerta uragano è in vigore per l'est di Morgan City Louisiana fino ai confini di Alabama e Florida tra cui anche il Metropolitan di New Orleans, il Lago Pontchartrain, e Maurepas Lake. Secondo gli esperti, difficilmente Isaac supererà il livello 1 o il livello 2. Katrina nel 2005 aveva raggiunto la categoria 3 portando distruzione e morte di ben 1 800 persone in tutte le coste del Golfo del Messico. In alcune regioni nei dintorni di New Orleans dove non ci sono protezione degli argini, gli abitanti sono stati fatti evacuare.
Un'allerta tempesta tropicale è in vigore dall'est di High Island, Texas fino a ovest di Cameron, Louisiana. Intanto, Isaac sta provocando intense piogge e pericolose mareggiate su gran parte della costa settentrionale del Golfo del Messico.

Isaac si sta spostando verso nord ovest a circa 11 km/h e ci si aspetta continui in questa direzine per i prossimi 1-2 giorni, con una velocità variabile. Il National Hurricane Center ha notato che il centro di Isaac sarà vicino o sopra le coste della Louisiana tra il 28 e il 29 agosto 2012.


Il National Hurricane Center fa un costante monitoraggio della situazione e gli avvisi vengono dati con regolarità. Isaac qui è situato sulla costa sud della Louisiana. Si osserva anche la formazione di un altro uragano, Kirk a circa 1 435 miglia a sud overst delle Azzorre.

L'intensità dei temporali è un po' aumentata in combinazione con una vasta area di bassa pressione lungo l'onda tropicale situata a circa 700 miglia a ovest-sud ovest delle Isole di Capo Verde.  Ci si aspetta che le condizioni ambientali siano favorevoli ad uno sviluppo graduale del fenomeno durante i prossimi due giorni. Il sistema ha una probabilità del 50% di mutare in tempesta tropicale durante le prossime 48 ore e si sta muovendo da est verso ovest- nord overst a circa 15 miglia all'ora (Fonte: TROPICAL WEATHER OUTLOOK, NWS NATIONAL HURRICANE CENTER MIAMI FL, 8.00 AM EDT WED AUG 29 2012, su Atlantic Graphical Tropical Weather Outlook, NOAA).

Non dimentichiamoci che un anno fa l'uragano Irene stava raggiungendo New York.

L'uragano Irene riprese dal NOAA (National Hurricane Center) e messe a disposizione su Twitter da Justin Kenney (NOAA) poche ore prima. Era il 28 agosto 2011. L'uragano si stava spostando sempre di più verso nord della costa est americana. Cliccare per ingrandire.

A livello planetario è possibile osservare l'uragano Irene ripreso dal satellite GOES-13 della NASA/NOAA il 26 agosto 2011 alle ore 14:45 del tempo universale.  Lo si vede chiaramente nella costa est americana con dimensioni che sono circa 1/3 della stessa. Credit: NASA/NOAA GOES Project.


La traccia della tempesta tropicale e il percorso dell’uragano Irene che ha scosso la East Coast degli Stati Uniti un anno fa. I dati sono forniti dal National Hurricane Center (NOAA). Le nuvole immaginarie sono state fornite da Xplanet, ottenute dal NERC Satellite Station, University of Dundee, attraverso il sistema di satelliti europeo Meteosat gestito da EUMETSAT. Le immagini di base sono per gentile concessione della NASA. I modelli di previsione dei dati sono stati compilati e recuperati dal South Florida Water Management District. Cliccare sull’immagine per ingrandire.


La Stazione Spaziale Internazionale ISS ha catturato l'uragano Isaac da 400 chilometri di altezza mentre si avvicina alle coste sud orientali della Louisiana.




 Fonte NASA -  NASA Watching Isaac's Approach to U.S. Gulf Coast - http://www.nasa.gov/images/content/681741main_HURRICANEISAAC.jpg
http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/archives/2012/h2012_Isaac.html

National Hurricane Center: http://www.nhc.noaa.gov/

Per gli aggiornamenti e gli avvisi del National Hurricane Center: http://www.nhc.noaa.gov/gtwo_atl.shtmlhttp://www.nhc.noaa.gov/cyclones/

Sabrina

Proba-2 dell'ESA cattura Isaac sulle coste della Florida

X-Cam -Exploration Camera a bordo della sonda microsatellite Proba-2 dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha catturato questa immagine di quello che sarebbe diventato l'uragano Isaac mentre si muove ad ovest della costa della Florida nel Golfo del Messico alle ore 11:38:33 GMT lunedì 27 agosto 2012. Crediti ESA.

Una camera sperimentale più piccola di una tazza di caffè a bordo del microsatellite Proba-2 ha catturato questa visione di quello che in poche ore sarebbe poi diventato l'uragano Isaac mentre si muoveva verso ovest della costa della Florida nel Golfo del Messico lunedì 27 agosto 2012 alle ore 11:38:33 GMT.

In quel momento, Isaac era una tempesta tropicale con venti con intensità di circa 100 km/h con venti con una potenza che si estendeva fino a 360 km dal suo centro.
Isaac nel frattempo è diventato uragano nella gioranta di oggi incontrando le acque calde del Golfo del Messico.

Il compito principale della missione Proba-2 è l'osservazione del Sole e della meteorologia spaziale. Osservando nel visibile e nel vicino infrarosso con un campo di vista di 100°, la X Cam è alloggiata nella parte inferiore del microsatellite, uno delle 17 nuove tecnologie a venir utilizzate da Proba-2. Lo strumento è stato progettato dalla società svizzera Micro-Cameras & Space Exploration, l'ultimo di una serie di telecamere in miniatura costruiti dalla società per le missioni dell'ESA, come Proba-2 e SMART-1.

Fonte:
ESA - Proba-2’s espresso-cup microcamera snaps Hurricane Isaac - http://www.esa.int/SPECIALS/Technology/SEMU0J4Y96H_0.html
ESA- Proba-2’s espresso-cup microcamera snaps Hurricane Isaac - http://www.esa.int/SPECIALS/Technology/SEMU0J4Y96H_1.html


Sabrina

venerdì 10 agosto 2012

I dati dell'ISAC-CNR confermano giugno 2012 come il mese più caldo degli ultimi due secoli



Secondo i risultati dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna il mese di giugno 2012 è risultato il terzo mese più caldo degli ultimi duecento anni.
 
Secondo alcuni dati di carattere statistico forniti dai meteo-climatologi dell'ISAC-CNR sull'intensità e sulla persistenza delle ondate di calore, il mese di giugno 2012 si classica come il terzo più caldo degli ultimi due secoli, facendo registrare un'anomalia di +2,57°C rispetto alla media di riferimento, quella tra il 1971-2000.
 
In vetta alla classifica, come anni più caldi, si posizionano il 2003 con un'anomalia di +4,80°C e il 1822 con un valore di +3,09°C.
 
Oltre che molto caldo, il mese di giugno 2012 è stato anche parecchio secco, finendo al quarto posto nella classifica tra i mesi di giugno degli ultimi due secoli, con un deficit di piovosità di oltre il 70% rispetto alla media del periodo.
 
Invece, i mesi di giugno del 1945, del 1879  e del 1928 sono risultati i più asciutti con delle anomalie pari a -76%, -77% e -78% rispettivamente.
 
Sabrina 

mercoledì 8 agosto 2012

Italia in fiamme



Numerosi sono gli incendi scoppiati in questi ultimi giorni da nord a sud Italia. Alcuni roghi si sono sviluppati a causa del forte caldo, ma in altri casi l'incendio è stato di origine dolosa.

Frenetica l'attività dei vigili del fuoco, in alcuni casi si registrano anche delle vittime. Un pensionato di 87 anni è morto a causa di un vasto incendio a Tarsogno, comune di Borgotaro sull'appennino parmense. L'incendio che l'ha ucciso ha distrutto buona parte di un bosco nelle montagne di Parma. Una seconda vittima, un anziano di 88 anni, è deceduto a Loiano, sull'appennino bolognese. Sembra che l'anziano stesse bruciando della sterpaglia quando le fiamme lo hanno avvolto. Le fiamme hanno distrutto il bosco circostante.

Un piromane di 65 anni, L.P.V. ha tentato di incendiare la boscaglia nelle vicinanze di Tivoli, oggi 8 agosto 2012, nei pressi del chilometro 45 della Via Tiburtina ma è stato arrestato dalla polizia. Dopo aver appiccato il fuoco, il sessantacinquenne ha tentato di scappare ma è stato individuato e bloccato dagli agenti che negli ultimi giorni stanno intensificando i servizi di controllo per tentare di bloccare sul nascere incendi dolosi che al momento hanno distrutto ampi tratti di boscaglia anche nei dintorni di Tivoli.

Treni nel caos nel nord-est, sulla tratta Padova-Bologna. La circolazione ferroviaria è stata interrotta per un paio di ore nel pomeriggio di oggi mercoledì 8 agosto a causa di un incendio tra Boara Pisani e Monselice.
 
I rallentamenti sono stati causati da una serie di incendi di sterpaglie tra Boara Pisani e Monselice. I treni hanno subito ritardi superiori ai trenta minuti. Dalle ore 19.30 in poi la linea è stata interrotta per permettere ai vigili del fuoco di Padova e di Rovigo di intervenire per spegnere il fuoco. Tre Eurostar sono stati deviati sulla direttrice di Verona, facendo aumentare il tragitto di un'ora.

Sabrina

mercoledì 13 giugno 2012

Tromba d'aria nella Laguna Veneta

 
Da uma mappa meteo dell'ARPAV, la formazione del ciclone in Laguna. Crediti: MeteoWeb/ARPAV. Sito web: http://www.arpa.veneto.it/bollettini/htm/immagini_radar.asp .

Alle 11.15 di eri, 12 maggio 2012, una tromba d'aria si è formata sulla Laguna Veneta che si spostata in alcune delle isole, in particolare l'Isola di Sant'Elena e di Sant'Erasmo.

Per una decina di minuti forti raffiche di vento si sono abbattuti su case e piante, anche sul cimitero mentre i Vigili del Fuoco sono subito intervenuti per portare i primi soccorsi alle  persone più bisognose.
Numerosi i danni sull'Isola di Sant'Elena dove sono stati abbattuti numerosi pini marittimi, sradicati un migliaio di alberi, scoperchiato la biglietteria dell'ACTV e una parte del tetto della chiesa, alcuni danni ci sono stati al Cimitero comunale, molte case scoperchiate, danni ingenti all'agricoltura. Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia, ha sottolineato: “Fortunatamente non ci risultano danni alle persone. Stiamo verificando con attenzione le conseguenze della tromba d`aria e domani i nostri tecnici valuteranno gli interventi di ripristino delle parti danneggiate a San Servolo” [Fonte MeteoWeb].

L'Italia del Sud e le isole sono state inglobate nei giorni scorsi da un anticiclone sub-tropicale nord africano, l'Italia del Nord, in particolare in Nordest, è stata toccata da un flusso oceanico umido, instabile e fresco pilotato da da un'ampia circolazione depressionaria formatasi tra il nord-est della Francia e il nord del Belgio. Queste infiltrazioni d'aria umida e fresca in quota sopra lo strato d'aria più calda e umida nei bassi strati ha prodotto il gradiente termico verticale, una differenza di temperatura in vari strati atmosferici, producendo moti convettivi e alimentando cumulogenesi, che aumentando in poche ore, hanno prodotto cellule temporalesche e nuclei convettivi in varie regioni del Veneto e che si sono spostati successivamente, nel pomeriggio, fino in Croazia, con forti grandinate e raffiche di vento intense. I temporali hanno avuto una grande intensità sopra il Veneto provocando grandini, scrosci di pioggia e colpi di vento.
Dopo essersi formata una nube a forma d'imbuto che si è ingrossata fino a toccare la superficie d'acqua della Laguna diventando una tromba d'acqua marina, un waterspout, un fenomeno tornadico, che si sviluppa e si muove sulla superficie d'acqua stessa. L'ultima grande tromba marina a Venezia si è avuta l'11 settembre 1970 che provocò vittime.

Secondo alcuni osservatori la tromba d'aria sembrava un vero e proprio tornado, simile a quelli che si formano nelle regioni tropicali e negli Stati Uniti. In questo caso, la tromba d'aria-marina si è formata in acqua, molto vicino all'Isola di Sant'Elena, colpendola in pieno e, successivamente, si è spostata verso il locale diporto velico dell'Isola dove i Vigili del Fuoco hanno messo in salvo una quindicina di bambini che stavano seguendo corsi di vela. Dopo Sant'Elena, è stata la volta dell'Isola di Sant'Erasmo, Punta Sabbioni e varie altre isole minori della Laguna con sollevamento di imbarcazioni.

Durante il passaggio del vortice d'acqua, la navigazione è stata sospesa per una ventina di minuti. Col passare del tempo e spostandosi verso nord-est, il piccolo tornado si è via via dissipato. Fortunatamente non ha provocato vittime e non è passata sopra la città diVenezia, evitando in questo modo molti più danni e forse feriti.

Questi piccoli cicloni non sono poi così poco comuni nella Pianura Padana durante il periodo estivo, dato che seguono l'evoluzione di un normale temporale e di cellule temporalesche. Rispetto ai famosi tornado americani, questi mini-tornado hanno un tempo di vita più breve, molto meno intensi e si spostano più lentamente fino ad esaurirsi in circa 20 minuti seguendo il corso del temporale. A parte queste considerazioni, questi mini tornado sono in realtà in grado di provocare ingenti danni, e questo lo si è notato ieri a Venezia, fino a ferire oppure a uccidere.

Purtroppo, a differenza dei tornado americani, i nostri mini tornado non sono visibili (si parla letteralmente di muro di nubi, o wall cloud) e non sono rilevabili dai radar.

La Scala Fujita permette di catalogare i fenomeni vorticosi e fu introdotta nel 1971 da T. Theodore Fujita dell'Università di Chcago. E' la scala più affidabile utilizzata oggi e suddivisa in 12 parti:

F0 - Intensità debole - Velocità del vento 64-116 km/h - Danni ai camini; spezza i rami degli alberi; abbatte alberi con radici superficiali; danni ai cartelloni e ai segnali stradali.

F1 - Intensità Moderato - Velocità del vento 117-179 Km/h - Stacca la superficie dei tetti; case mobili spostate dalle fondamenta o rovesciate; automobili in movimento spinte fuori strada; i garages possono essere distrutti.

F2 - Intensità Significativo - Velocità del vento 180-253 Km/h - Danni considerevoli. Tetti strappati dalle case; case mobili demolite; autorimesse abbattute; grossi alberi spezzati o sradicati; oggetti leggeri trasformati in missili.

F3 - Intensità Forte - Velocità del vento 254-332 Km/h - Il tetto e qualche parete strappati via da case ben costruite; treni deragliati; la maggior parte degli alberi nelle aree boscose vengono sradicati; automobili sollevate da terra e trascinate.

F4 - Intensità Devastante - Velocità del vento 333-419 Km/h - Case ben costruite livellate; strutture con fondamenta deboli fatte volare a breve distanza; automobili scaraventate via; grandi missili vengono generati.

F5 - Intensità Incredibile - Velocità del vento 420-512 Km/h - Case con armatura forte sollevate dalle fondamenta e trascinate a distanze considerevoli per disintegrarsi; missili della grandezza di automobili volano nell' aria per distanze superiori ai 100 metri; alberi scortecciati; strutture in cemento armato gravemente danneggiate; altri fenomeni incredibili.

Per la sua particolare disposizione orografica, l'Italia è soggetta quasi ogni anno ad eventi vorticosi di debole-media intensità, che vanno da F0 a F3. Le zone più colpite, tra la primavera e l'estate, sono la Pianura Padana, la costa fra Veneto e Friuli Venezia Giulia, a causa della presenza di aria calda e molto umida provenienti da Sud-Ovest, e S-SudOvest, mentre da Ovest e da NordOvest si muove un fronte freddo o un nucleo di aria più fredda in quota che scorre sopra l'aria calda e molto umida preesistente nei bassi strati, portandola verso l'alto e provocando forti turbolenze atmosferiche.

Città di Venezia: http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/56507
MeteoWeb: http://www.meteoweb.eu/2012/06/tornado-venezia-colpita-anche-lisola-di-san-servolo-danni-ingenti/139223/ e http://www.meteoweb.eu/2012/06/analisi-tecnica-del-fenomeno-vorticoso-che-ieri-si-e-abbattuto-sulla-laguna-di-venezia-e-caratteristica-delle-trombe-daria-o-piccoli-tornado-allitaliana/139306/
Informazioni sui tornado: http://www.tornadoit.org/fujita.htm

Sabrina

martedì 29 maggio 2012

Alcuni aspetti sui cambiamenti climatici

 

La stragrande maggioranza dei ricercatori è concorde nel pensare che la Terra sta aumentando la sua temperatura globale e che la causa principale è dovuta ad effetti antropici, ossia causati dall'uomo. Pensare che il clima sia immutabile è sbagliato. Il cambiamento del clima è già evidente sul nostro pianeta: l'umanità ha acquisito la capacità di modificare ed influenzare la variabilità e lo stato dle clima. In futuro, per esempio, dovremo essere pronti a piene di fiumi in qualsiasi punto sulla Terra e in qualsiasi momento tanto che tutto quello che è stato costruito con sacrifici e in lunghi anni di lavoro potrebbe venire spazzato via in un istante.

Invisibile e inoldore, l'anidride carbonica fa aumentare la temperatura del nostro pianeta come una coperta: più lo strato di gas serra aumenta, più la temperatura aumenta.
A molte persone piace godere del caldo estivo, ma non abbiamo dimenticato l'afosa estate del 2003, dove moltissime persone sono morte per causa delle elevate temperature. In tutto il mondo si sono registrati 35 000 decessi.

Lo studio del clima è di fondamentale importante per il nostro presente e per il nostro futuro; le aree più interessanti sono quelle del Mediterraneo, l'area Euro-Atlantica, i Tropici e i sistemi monsonici.

Prevedere il tempo non è facile, ma è decisamente più complesso prevedere il clima del nostro pianeta nei prossimi cento anni. Gli strumenti che si utilizzano consistono in modelli numerici di diversa complessità e realismo, da semplici modelli lineari fino a più completi modelli accoppiati atmosfera-oceano.
I modelli climatici spesso vengono usati per fare previsioni delle variazioni climatiche a diversi intervalli temporali sia a livello globale sia a livello locale/regionale. Eistono vari modelli climatici ma tutti sono concordi nel prevedere un riscaldamento globale tra i 2 e i 6 gradi. Un incremento di 6 gradi in 100 anni sarebbe un cambiamento talmente rapido da provocare danni catastrofici.

A partire dagli ultimi anni del 1980 l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha reso pubblico tre rapporti, quello del 1990, 1995, 2001 sulla scienza, impatti e strategie di risposta. Le previsioni non sono certamente buone per quanto riguarda il futuro del nostro pianeta.
Entro il 2050 la Terra rischia di perdere quasi tutti i suoi ghiacciai, compresi quelle delle nostre Alpi. Questo comporterà un innalzamento del livello dei mari e dei laghi, l'acqua tenderà a scarseggiare come riserve e le temperature globali ad aumentare. La neve diventerà per esempio un bel ricordo, le future generazioni potranno osservarla solo su foto-ricordo. Inoltre, l'assenza dei ghiacciai, favorita dall'aumento delle temperature legate all'effetto serra, tenderà a far diminuire l'acqua disponibile a tutte le popolazioni e quindi a far cambiare le loro abitudini oltre a modificare la conformazione geologica dei paesaggi e delle montagne.
Ma non solo il genere umano è a rischio, anche quello animale e vegetale: si stima che il 20-30% delle specie animali e vegetali rischiano l'estinzione entro il 2050. Venezia senza l'acqua nei suoi canali sarebbe un triste vedere. Eppure Venezia è tra le prime vittime del cambiamento climatico. Sicuramente però il Nord Africa sarà la regione a soffrire di più in conseguenza di queste variazioni con una enorme desertificazione e con conseguenti migrazioni di uomini e animali verso il nord. Ma non ci sarà spazio per tutti.

A partire dal 2001 LifeGate promuove un modello basato sulle tre P: People, Planet e Profit, dove il profitto deve convivere con il rispetto per l'uomo e l'ambiente. L'obiettivo di LifeGate è quello di informare e diffondere i valori dello sviluppo sostenibile attraverso radio, web, magazine. Inoltre, si rivolge anche alle imprese per vari servizi di consulenza per lo sviluppo di progetti eco-sostenibili, strategie di eco-marketing e di comunicazione ambientale.

Per conoscere di più sui cambiamenti climatici vi suggerisco: CAMBIAMENTI CLIMATICI - COSA CI RISERVA IL FUTURO? sito web: http://www.cinehollywood.com/, in particolare su: http://147.123.157.100/PIANETA_TERRA_I_cambiamenti_climatici-16-115-2380.html
GES DISC-Goddard Earth Sciences Data and Information Services Center: http://daac.gsfc.nasa.gov/education-and-outreach
SeaWiFS Project- NASA Goddard Space Flight Center: http://oceancolor.gsfc.nasa.gov/SeaWiFS/
EOSDIS-NASA's Earth Observing System Data and Information System: https://earthdata.nasa.gov/
CDDIS-NASA's Archive of Space Geodesy Data: http://cddis.gsfc.nasa.gov/
Paleoceanography: http://www.agu.org/journals/pa/
SIto dell'IPCC-Intergovernmental Panel on Climate Change: http://www.ipcc.ch/#
Managing the risks of extreme events and disasters to advance climate change adaption: http://www.ipcc-wg2.gov/SREX/images/uploads/SREX-All_FINAL.pdf
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia- Climatologia Dinamica: http://www.bo.ingv.it/italiano/ricerca/Climatologia.html

Sabrina

venerdì 11 maggio 2012

Dalla Russia con amore: una singolare immagine della nostra Terra


Crediti: Russian Federal Space Agency / Research Center for Earth Operative Monitoring (NTS OMZ).

Diversamente dalla maggior parte delle immagini satellitari della Terra, questa foto qui sopra è stata assemblata utilizzando varie scansioni e immagini digitali proiettate su una superficie sferica, per rappresentare il modello di globo terrestre. Viene mostrata l'intera superficie terrestre catturata come una singola, gigantesca immagine di 121 megapixel acquisita dal satellite russo per le previsioni meteorologiche Elektro-L.

Analogamente ai satelliti GOES della NASA, Elektro-L è parcheggiato su un'orbita geostazionaria approssimativamente a circa 36 0000 chilometri al di sopra del nostro pianeta. Tuttavia, a differenza dei satelliti della NASA, Elektro-L cattura delle immagini nelle lunghezze d'onda del vicino infrarosso e nel visibile, fornendo dettagli non solo sul movimento delle nubi ma anche sulle variazioni della vegetazione. La sua Multichannel Scanning Unit (MSU) a grand'angolo prende immagini ogni 15-30 minuti mostando lo stesso punto di vista della Terra in vari istanti di tempo (nello stesso giorno).

Con una risoluzione di 0,62 miglia per pixel, le immagini a grandi dimensioni dei Elektro-L rappresentano quelle più dettagliate della Terra acquisite da un satellite meteorologico.

Lanciato a bordo di un missile Zenit il 20 gennaio 2011, Elekro-L è stato il primo grande veicolo spaziale ad essere sviluppato nella Russa post Unione Sovietica. Parcheggiato attorno alla Terra a circa 76 gradi di longitudine est, Elekro-L fornisce l'analisi locale e globale delle previsioni meteorologiche e l'analisi delle condizioni oceaniche oltre che al mornitoraggio dello "space weather" (meteorologia dello spazio), ossia le misurazioni della radiazione solare e della sua interazione con il campo magnetico terrestre.
Questo satellite è stato costruito per poter durare almeno dieci anni. Un secondo satellite Elekro-L si prevede venga lanciato nel 2013.

Per il download dell'immagine full-size (100 megabyte): http://d2g9lyou3wkw5g.cloudfront.net/j+%2822%29.jpg . Crediti: Elektro-L diagram. © 2009 Anatoly Zak.

Per ulteriori immagini e video da Elektro-L del Pianeta Terra cliccate su Planet Earth: http://planet--earth.ca/

Sabrina

mercoledì 9 maggio 2012

Non è proprio così blu il nostro pianeta Terra


Tutta l'acqua sulla Terra potrebbe essere raccolta in una sfera di 1 385 chilometri. Crediti: Jack Cook/WHOI/USGS.

Se si raccogliesse tutta l'acqua sulla Terra, l'acqua dolce, l'acqua salata, l'acqua nelle falde, il vapor acqueo e l'acqua dentro ai nostri corpi, in modo da sistemarla entro una grande sfera, questa sfera avrebbe dimensioni sicuramente inferiori rispetta a quanto abbiamo immaginato finora.
Secondo l'U. S. Geological Survey, sarebbe necessaria una palla di 1 385 chilometri di diametro circa per poter raccogliere tutta l'acqua sulla sua superificie. Questo significa che la sfera blu che contiene tutta la nostra acqua sarebbe meno di un terzo delle dimensioni della Luna.
Sappiamo che non esiste la possibilità di utilizzare nè di bere tutta l'acqua della Terra, come lo è l'acqua salata o il vapor acqueo in atmosfera, o l'acqua racchiusa nelle calotte polari. In effetti, se si dovesse prendere in considerazione solo l'acqua dolce della Terra, che è circa il 2,5% del totale, si otterrebbe una sfera molto più piccola, meno di 160 chilometri.
Quando pensiamo ai serbatoi, quali i laghi o i fiumi, questi sono per la maggior parte sotto la superficie - fino a circa 8,4 milioni di chilometri cubi. Si tratta di acqua fresca a disposizione della Terra, e tutta sotterranea. Ma la stragrande maggioranza, oltre 29,2 milioni di chilometri cubici di acqua, è sottoforma di lastre di ghiaccio che ricoprono l'Antartide e la Groenlandia.
Naturalmente, l'immagine di apertura realizzata da Jack Cook del Woods Hole Oceanographic Institution smentisce la reale dimensione e la massa di una tale sfera di acqua pura allo stato liquido qual è sempre stata considerata la Terra. La quantità totale di acqua contenuta all'interno sarebbe ancora abbastanza impressionante, ben oltre 1 386 milioni di chilometri cubici. Inoltre, la gente tende ad essere sorpresa dalla dimensione di una tale ipotetica sfera confrontata con con il nostro pianeta, che viene inteso come il tutto, specialmente quando si viene a descrivere la Terra come un "mondo blu, ricco di acqua".
Per ulteriori informazioni si visiti il sito dell'USGS (U.S. Geological Survey) -Water Science for Schools - How much water is there on, in, and above the Earth? su: http://ga.water.usgs.gov/edu/earthhowmuch.html
Ulteriore fonte, UniverseToday: http://www.universetoday.com/95054/earth-has-less-water-than-you-think/
Sabrina

venerdì 27 aprile 2012

Fragile Earth



Fragile Earth ci porta nel nostro meraviglioso mondo blu, la cui superficie cambia rapidamente a causa degli effetti della civiltà umana.
Con Fragile Earth questi cambiamenti sono portati alla luce con spettacolari immagini satellitari e fotografie aeree davvero sorprendenti che rivelano i decenni di dati con un semplice tocco di un dito.

Uscito il 19 aprile e sviluppato in collaborazione con Aimer Media, l'applicazione è destinata a diventare la guida di riferimento definitiva per tutti coloro che sono interessati alla scienza e alla natura, alla fotografia e al paesaggio.

Fragile Earth combina alcune delle più potenti immagini dell'ambiente, mostrando il prima e il dopo di alcune scene tratte dal mondo naturale. Attraverso questi ritratti provocanti da tutto il globo, l'applicazione cattura la bellezza del mondo, la sua vastità e vulnerabilità. Istantanee dettagliate mostrano i fiumi che si sono prosciugati, o regioni allagate, le espulsioni di lava dai vulcani, i ghiacciai nei loro processi di fusione e lo sviluppo tentacolare delle città verso l'esterno.

Fragile Earth è una funzione nuova e innovativa che permette agli utenti di vedere il trascorrere degli anni sotto le loro dita, andando indietro fino al 1914, quindi quasi un secolo di eventi, con il trascinamento delle immagini sullo schermo.

"Abbiamo deciso di creare un'applicazione che possa trasmettere la bellezza innata e delicata del paesaggio del mondo, evidenziato i cambiamenti drammatici che stanno avvenendo in tutto il mondo" ha affermato Jethro Lennox, Direttore Editoriale di Collins Geo, una divisione di HarperCollins UK. "Non solo è la fotografia di una sensazionale fragile Terra, ma vi sono anche altre 50 immagini satellitari che forniscono dettagliate istantanee dell'ecosistema di tutto il mondo. Queste informazioni sono preziose per chiunque sia interessato allo stato della Terra, o a tutti coloro che sono semplicemente curiosi del nostro ambiente".

L'applicazione è disponibile per il download da iTunes Store e fino alle mezzanotte del 28 aprile è disponibile ad un prezzo scontato in onore della Settimana della Terra.


Sabrina

mercoledì 11 aprile 2012

Il flusso degli oceani come un dipinto di Van Gogh


http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=CCmTY0PKGDs

Questa animazione mostra le correnti superficiali oceaniche nel mondo nel periodo che va da giugno 2005 fino a tutto dicembre 2007. Tale video non include alcuna narrazione o annotazione. L'obiettivo, infatti, era quello di utilizzare i dati sul flusso oceanico dai potenti satelliti della NASA, per dar vita ad un'animazione curiosa e interessante nel suo genere.

Qui si osservano come come le correnti maggiori, quali la Corrente del Golfo nell'Oceano Atlantico e di Kuroshio nell'Oceano Pacifico, portino acque calde lungo migliaia di chilometri a velocità superiore ai 6 km/h, e allo stesso tempo come centinaia di altre correnti siano in grado di creare un movimento lento, dando vita a dei vortici. L'intera visualizzazione ricorda la "Notte Stellata" di Van Gogh.

Questo video è stato realizzato all'interno di un progetto chiamato Estimating The Circulation and Climate of the Ocean (ECCO, Stima della circolazione e del clima dell'Oceano) e i dati vengono utilizzati per quantificare il ruolo dell'oceano nel ciclo globale del carbonio, per capire l'evoluzione recente degli oceani polari, per monitorare il calore nel corso del tempo, l'acqua e gli scambi chimici entro e tra i differenti componenti del sistema Terra, e per molte altre applicazioni scientifiche.
La NASA afferma che "la visualizzazione offre uno studio realistico sia sull'ordine che sul disordine delle acque in circolazione che popolano l'oceano terrestre".

I dati utilizzati dal progetto ECCo includono: l'altezza della superficie del mare dal Topex/Poseidon della NASA, il Jason-1 e l'Ocean Surface Topography Mission/il satellite altimetro Jason 2; la gravità dalla NASA e dal German Aerospace Center Gravity Recovery and Climate Experiment Mission; la tensione superficiale del vento dalla QuikScat Mission della NASA; la temperatura superficiale dal NASA/Japan Aerospace Exploration Agency Advanced Microwave Scanning Radiometer-EOS; la concentrazione di ghiaccio d'acqua e la velocità dei dati da radiometri di microonde; i profili di temperatura e salinità dai calchi delle navi, ormeggi e Argo, il sistema di osservazione dell'oceano a livello internazionale.

Il video è di pubblico dominio e può essere scaricato liberamente su: http://svs.gsfc.nasa.gov/vis/a000000/a003800/a003827/index.html

Per vedere tutti i video dl Goddard Shorts HD podcast della NASA, basta iscriversi su:
http://svs.gsfc.nasa.gov/vis/iTunes/f0004_index.html

Oppure trovare il NASA Goddard Space Flight Center su Facebook:
http://www.facebook.com/NASA.GSFC oppure andare sul sito del Goddard su Twitter: http://twitter.com/NASAGoddard

Fonte NASA: Nasa Views Our Perpetual Ocean - http://www.nasa.gov/topics/earth/features/perpetual-ocean.html

Sabrina

sabato 7 aprile 2012

UNA FUGA DI GAS SERRA IN ATTO...

Umberto genovese ha postato sul nostro gruppo in FB questa notizia




Che Dio ci aiuti...

domenica 1 aprile 2012

Il satellite russo Meteor 1-1 cade in Antartide


Meteor 1-1, il primo satellite meteoroogico pienamente operativo dell'Unione Sovietica è caduto in Antartide dopo più di quattro decenni in orbita in base al comunicato stampa del Ministero della Difesa russo.

"Secondo i dati forniti dal Main Center for Space Reconnaissance, che è parte delle Forze Spaziali della Russia, frammenti del satellite Meteor 1-1 sono entrati nell'atmosfera terrestre alle 02.17 ora di Mosca, martedi 27 marzo 2012" ha affermato il portavoce delle Forze Spaziali russe, Colonnello Alexey Zolotukhin.

Il funzionario ha aggiunto che il defunto satellite è caduto nella Terra Regina Maud, regione in Antartide, a circa 690 chilometri dalla stazione di ricerca argentina Belgrano II.



La serie di satelliti Meteor furono sviluppato dall'Unione Sovietica durante gli anni '60. Il 26 marzo 1969 un razzo Vostok lanciò il Meteor 1-1, che fu inizialmente posta in orbita ad una altitudine di 650 chilometri. Due pannelli solari furono automaticamente orientati verso il Sole per fornire alla sonda la massima quantità di energia solare.

Meteor 1-1 fornì le osservazioni globali dei sistemi meteorologici della Terra, le coperture nuvolose, le regioni ghiacciate e quelle ricche di neve, la radiazione riflessa ed emessa durante il giorno e la notte dal sistema Terra-atmosfera per uso di tipo operativo da parte del servizio meteorologico sovietico.

Alcuni dei dati e alcune immagini televisive provenienti dal satellite furono distribuite ai centri meteorologici di tutto il mondo.

Il Governo russo sta progettando di ripristinare la rete sovietica di satelliti meteorologici che potrebbe aiutare a monitorare le condizioni climatiche in tutte i novi fusi orari dell'intero paese. Attualmente la Russia deve utilizzare i dati meteorologici provenienti da Agenzie Meteorologiche statunitensi ed europee.

Fonte: RIA Novosti: http://en.rian.ru/
SpaceDaily.Com: http://www.spacedaily.com/reports/Soviet_Weather_Satellite_to_Fall_to_Earth_999.html
e http://www.spacedaily.com/reports/Soviet_Weather_Satellite_Falls_in_Antarctica_999.html

Sabrina

sabato 31 marzo 2012

L'ora della Terra




Oggi 31 marzo 2012 il mondo ha spento le luci per un'ora. In tutto il mondo, i principali monumenti, le città, i paesi e le case hanno aderito all'iniziativa "L'Ora della Terra" (Earth Hour), che in Italia è iniziata alle 20.30. Questa iniziativa è a favore della protezione del nostro pianeta Terra favorendo il risparmio energetico e l'emergenza globale del clima.

Ben 147 paesi hanno aderito all'Ora della Terra insieme al WWF che ha promosso l'iniziativa coinvolgendo cittadini, paesi, istituzioni, imprese e privati cittadini per vincere la sfida del cambiamento climatico.

Oggi 31 marzo 2012 il mondo ha spento le luci per un'ora. In tutto il mondo, i principali monumenti, le città, i paesi e le case hanno aderito all'iniziativa "L'Ora della Terra" (Earth Hour), che in Italia è iniziata alle 20.30. Questa iniziativa è a favore della protezione del nostro pianeta Terra favorendo il risparmio energetico e l'emergenza globale del clima.

Ben 147 paesi hanno aderito all'Ora della Terra insieme al WWF che ha promosso l'iniziativa coinvolgendo cittadini, paesi, istituzioni, imprese e privati cittadini per vincere la sfida del cambiamento climatico.

L'annuncio sul sito del WWF era: "...dall’Australia, con l’Opera House e l’Harbour Bridge di Sidney, passerà in Giappone con la Torre di Tokio e il Taipei 101, in Cina la Grande Muraglia e lo Stadio Nazionale di Pechino (Nido d'uccello), il Giardino Sacro di Lumbini in Nepal, il “Gateway of India”, simbolo della città di Mumbai, il BurjKhalifa il grattacielo più alto del mondo in Dubai, per passare all’Africa con la Table Mountain di CapeTown, all’Europa con le mura di Dubrovnik, la Tour Eiffel e il Louvre a Parigi, la Porta di Brandeburgo, l’Allianz Arena di Monaco, Buckingham Palace, il Tower Bridge e il Big Ben a Londra, mentre in America andranno al buio la statua del Cristo Redentore di Rio, la CN Tower di Toronto, la “Las Vegas Strip”, una delle vie più famose e illuminate del mondo, e poi Times Square, l'Empire State Building, la sede delle Nazioni Unite, i siti dell’UNESCO e molti altro ancora, fino al gran finale alle isole Cook, alle 8.30 italiane di domani mattina. Tra le new entries, anche Libia, Algeria, Bhutan e Guinea francese. E si spegneranno uffici e abitazioni private, con migliaia di eventi e iniziative speciali in tutto il pianeta" [Fonte WWF.]

Sito web del WWF: http://wwf.it/oradellaterra/ .
http://www.youtube.com/watch?v=mE36CsVDV3k&feature=player_embedded

Sito web del WWF: http://wwf.it/oradellaterra/ .
Video interessante che promuove l'iniziativa: http://www.youtube.com/watch?v=mE36CsVDV3k&feature=player_embedded .

Sabrina

L'eruzione del vulcano Grímsvötn dallo spazio

Crediti: NASA/Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team presso il GSFC della NASA.


Un anno dopo l'eruzione di Eyjafjallajökull, un altro vulcano islandese è tornato in attività, eiettando cenere e vapori. Intorno alle 17.30 del tempo locale islandese (che coincide col tempo universale), il 21 maggio 2011 il vulcano Grímsvötn iniziò a eruttare creando un pennacchio di cenere e vapore alto circa 20 chilometri e, per tutta la notte, la sua altezza variò fino ai 15 chilometri.

Il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) del satellite Terra della NASA catturò questa immagine a colori naturali alle ore 13 locali del giorno successivo, il 22 maggio 2011. MODIS installato sul satellite Aqua della NASA aveva catturato un'altra immagine del vulcano circa otto ore prima.

Sopra la sommità di Grímsvötn, la cenere vulcanica formò un pennacchio di forma circolare e di colore marrone che sovrastava le nubi circostanti. Nel sud-est, la cenere colorò la neve superficiale di colore marrone scuro. La cenere del vulcano ridusse la visibilità fino a 50 metri in alcuni paesi dell'Islanda. La Compagnia aerea Iceland Review Online di origine islandese riferì che a causa della cenere furono chiusi alcuni aeroporti, come quello di Keflavik, l'aeroporto più grande dell'isola, e in alcuni posti si fece buio com fosse notte.

Un dettaglio del vulcano visto dallo spazio. Crediti: NASA/Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team presso il GSFC della NASA.


Il pennacchio iniziale dal vulcano Grímsvötn fu grande quanto quello di Eyjafjallajökull, che raggiungeva solo gli otto chilometri di altezza. Nonostante il pennacchio più alto, non ci si aspettava che Grímsvötn potesse arrivare ad ostacolare il traffico aereo trans-atlantico quanto Eyjafjallajökull almeno nelle prime ventiquattr'ore. L'Iceland Met Office aveva previsto che la cenere eruttata dal primo viaggiasse verso nord-est; essendo una polvere più grossa, vi erano meno probabilità che rimanesse in quota abbastanza a lungo da raggiungere lo spazo aereo europeo. Alcuni modelli di cenere vulcanica, tuttavia, suggerirono che la cenere avrebbe potuto interferire con i voli nel Regno Unito e in Irlanda a partire dal 24 maggio.

I pennacchi dei vulcani possono provocare dei fulmni e quello di Grímsvötn produsse una tempesta di fulmini piuttosto intensa. Al suo culmine il temporale registrò così tante saette all'ora che erano pari a quelle registrate su Eyjafjallajökull l'anno precedente.


Fonte Earth Observatory: Eruption of Grímsvötn Volcano, Iceland: http://earthobservatory.nasa.gov/NaturalHazards/view.php?id=50684

Image of the day-NASA: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1954.html


Sabrina

sabato 21 gennaio 2012

Costa Concordia: è già contaminazione ambientale


La nave Concordia della flotta della Costa Crociere era partita mercoledì 11 gennaio da Cagliari e venerdì aveva fatto tappa a Civitavecchia da cui era salpata alla volta di Savona, terza tappa di un viaggio di otto giorni nel Mediterraneo.

Alle 21,45 di venerdì 13 gennaio, durante un passaggio ravvicinato di fronte al porto del Giglio che il comandante poi definirà "manovra turistica", la Concordia si incaglia sugli scogli. A bordo ci sono più di 4.200 persone tra equipaggio e passeggeri.


Subito dopo l'impatto lo scafo comincia a imbarcare acqua e si inclina sul fianco destro.


Con un forte ritardo iniziano le operazioni di evacuazione dei passeggeri e del personale. I battelli di salvataggio vengono calati in mare con molta difficoltà perché urtano contro lo scafo della nave che si sta inclinando dalla parte opposta
Panico e calca di fronte alle principali uscite, prima di poter salire sulle scialuppe, passeggeri in fuga sul ponte della nave già inclinata: battelli di salvataggio non utilizzabili dal lato in acqua, gli altri non sufficienti per l'intero equipaggio e i passeggeri.


Al momento vi sono venti dispersi nell'elenco ufficiale della Costa Crociere e 12 i morti recuperati in mare.

«Il recupero del carburante è tra i primi obiettivi, ma prima di tutto rimane il recupero delle persone. L'attività di ricerca dei dispersi continua e si conserva ancora la speranza di trovare persone in vita, ma comunque l'obiettivo è quello di ritrovare le persone dichiarate disperse, non rintracciate e che potrebbero trovarsi all'interno del relitto» ha affermato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, appena nominato Commissario Delegato all'Emergenza. Ma al tempo stesso, ha precisato Gabrielli, «dobbiamo cominciare quanto prima l'attività di recupero del carburante. E quindi ho chiesto al comitato scientifico di mettermi nelle condizioni di poter decidere su questo al più presto».



«Noi siamo concentrati su quelle 2.400 tonnellate di carburante» ha continuato Gabrielli «ma non dobbiamo dimenticare che in quella nave ci sono olio, solventi, detersivi. Tutto ciò che serve ad una cittadina di 4 mila persone». Il petrolio è contenuto in 13 casse, una parte a dritta, un'altra a poppa e nel vano motore. «Con del vapore si fa uscire il petrolio poi raccolto con una manichetta e trasferito in una cisterna. Dal vapore si immette acqua nella cassa per mantenere stabile nave» è quanto è stato raccontato durante una conferenza stampa tenuta ieri dopo la riunione con il consiglio scientifico. Il tratto di mare intorno alla nave sarà circoscritto di pannelli per limitare la diffusione di un'eventuale fuoriuscita di petrolio.


Qui sopra, sommozzatori e capitaneria di porto stanno lavorando continuamente per recuperare i passeggeri a bordo di Costa Concordia. Fonte: Corriere della Sera.


Il Corriere della Sera dedica questo speciale alla Tragedia del Giglio: http://www.corriere.it/cronache/speciali/2012/la-tragedia-del-giglio/ . Il riassunto iniziale è tratto da questo speciale come tutte le immagini.


Un'immagine subacquea del relitto riprese dalla Guardia di Finanza rievocano quelle spettacolari di qualche film. Fonte Corriere della Sera/Olycom.

Sabrina

martedì 3 gennaio 2012

Nuovi studi sul surriscaldamento del permafrost artico


di Umberto Genovese


Mentre i segnali di una catastrofe ambientale di enorme portata sta allarmando seriamente gli scienziati, il massimo interesse della politica mondiale pare concentrata su “escortate” come il mantenimento in vita dell’attuale modello di sviluppo economico piuttosto che il benessere del pianeta e la democrazia dei popoli. L’ideologia che è alla base del disastro planetario lungi dall’essere messa pubblicamente sotto accusa [1] viene ancora strenuamente difesa da ottusi ottuagenari e i loro poco più giovani lacché, tant’è che tutte le conferenze internazionali sul clima sono miseramente fallite – l’ultima è quella di Durbans in Sud Africa – per miopi interessi di bottega.

Il dipartimento americano per l’energia (DOE) ha iniziato un programma di ricerca per indagare gli effetti sul clima se i 1500 miliardi di tonnellate di carbonio organico congelati nel permafrost della fascia artica (Siberia, Canada, Alaska, Nord Europa) dovessero essere scongelati dal riscaldamento globale [2].

Questo programma – dal costo di 100 milioni di dollari – si chiama Next-Generation Ecosystem Experiments (Ngee) e serve per sviluppare un raffinato modello di simulazione di come microbi del suolo, piante e acque sotterranee possono reagire e controllare l’immensa quantità di carbonio [3] immagazzinato nella tundra artica. Il modello climatico che uscirà da questo esperimento verrà incluso nei modelli previsionali dell’andamento climatico terrestre per i prossimi 50-100 anni.

Il programma cercherà di analizzare gli effetti del cambiamento climatico dalla più piccola scala molecolare fino alle dimensioni delle cellule climatiche ambientali che misurano dai 30 ai 100 km di lato.

Altre ricerche precedenti avevano stimato che un riscaldamento di 2,5 ° C nell’Artico entro il 2040 potrebbe causare il rilascio tra i 30 e i 63 miliardi di tonnellate di carbonio [4.] Le attuali emissioni globali di CO2 derivate dalla combustione di combustibili fossili, la deforestazione e le altre attività umane sono stimate complessivamente di oltre 10 miliardi di tonnellate l’anno.

I ricercatori sono particolarmente preoccupati per il fatto che che il disgelo del permafrost rilascerà il carbonio nell’atmosfera principalmente sotto forma di metano [5], un gas serra molto più potente del biossido di carbonio, che potrebbe accelerare il riscaldamento globale con conseguenze difficilmente immaginabili [6].
La squadra di progetto Ngee coinvolgerà circa 50 ricercatori ed è una collaborazione tra i laboratori del dipartimento di energia nazionale e l’Università dell’Alaska Fairbanks.

Il programma Ngee probabilmente verrà esteso anche ad altri ricercatori internazionali che vorranno includere zone artiche fuori dall’Alaska.

Fonti:
http://www.nature.com/news/permafrost-science-heats-up-in-the-united-states-1.9681

[1] Il Punto Triplo dell’Umanità: http://ilpoliedrico.altervista.org/2011/10/il-punto-triplo-dellumanita.html

[2] Il Global Warming esiste davvero: http://ilpoliedrico.altervista.org/2011/10/il-global-warming-esiste-davvero.html

[3] Le forme principali di carbonio immagazzinato nella tundra artica sono anidride carbonica e metano.

[4] Alto rischio di disgelo del permafrost: http://www.nature.com/nature/journal/v480/n7375/full/480032a.html

[5] Una analoga preoccupazione era stata espressa su questo Blog: Meteorologia e riscaldamento globale: http://ilpoliedrico.altervista.org/2010/02/meteorologia-e-riscaldamento-globale.html

[6] La tossicità del metano per l’attuale ecosistema si mostra nei modi più impensati: Le nubi nottilucenti e il buco nell’ozono artico: http://ilpoliedrico.altervista.org/2011/11/le-nubi-nottilucenti-e-il-buco-nellozono-artico.html .

Pubblicato inizialmente su Il Poliedrico: http://ilpoliedrico.altervista.org/, in particolare su: http://ilpoliedrico.altervista.org/2011/12/nuovi-studi-sul-surriscaldamento-del-permafrost-artico.html .

Umberto

La stagione degli uragani 2011 negli Stati Uniti


L'uragano Irene visto dallo spazio. Credit: NOAA/NASA.


La serie di satelliti GOES della NASA forniscono ogni trenta minuti informazioni satellitari per gli Stati Uniti sulla formazione di uragani e cicloni che si abbattono durante la stagione degli uragani. GOES-11 e GOES-13 forniscono dati nell'infrarosso e nel visibile per la parte occidentale e orientale degli Stati Uniti e per la zona del Pacifico orientale e dell'Oceano Atlantico.

La stagione degli uragani nel 2011 è ora disponibile in questo video del NOAA:

http://www.youtube.com/watch?v=fX7Q-0QuID4

I satelliti GOES hanno operato da parte del National Oceanic and Atmopheric Administration. NOAA ha dato poco pubblicato online questo video del satellite GOES-13 che ci conduce attraverso i 19 cicloni tropicali che si sono formati durante la stagione degli uragani 2011. Il progetto GOES della NASA viene gestito dal Goddard Space Flight Center a Greenbelt, Maryland.

Per ulteriori informazioni sull'attività degli uragani e per i dati di GOES-13 ricavati ogni singolo mese si visiti la pagina: http://goes.gsfc.nasa.gov/text/goes13results.html#2011_alley.jpg


Il satellite GOES-13 della NASA ha preso un'immagine davvero impressionante catturando ben quattro sistemi tropicali nell'Oceano Atlantico lo scorso 8 settembre 2011. L'uragano Katia nell'Atlantico orientale tra le Bermuda e la costa orientale americana; il ciclone tropicale Lee che ha toccato e distrutto le coste nord orientali degli Stati Uniti; il ciclone tropicale Maria nell'Oceano Atlantico centrale e il ciclone tropicale Nate nella Baia di Campeche, nel Golfo del Messico. Credit: NAS/NOAA GEOES Project.


La stagione degli uragani è terminata ufficilamente lo scorso 30 novembre 2011 ed è stata una stagione molto attiva. L'animazione del satellite GOES-13 mostra i 19 cicloni tropicali, di cui sette sono stati elevati allo stato di uragano e tre di grande uragano. Questa è stata la stagione più ricca di uragani dal 1995. L'uragano Irene e il ciclone tropicale Lee sono stati sicuramente quelle che hanno fatto più notizia: Irene per la sua devastazione in vari stati e Lee per le sue forti piogge e le innondazioni che hanno seminato molto pericolo e morte. Lo stato del Vermont ha registrato il record di precipitazioni e alcune delle innondazioni più gravi mai registrate.

Secondo il NOAA, "l'uragano Irene ha avuto effetti nei Caraibi, negli Stati Uniti, portando 43 morti e rapprensentando la maggior devastazione con danni pari a 7,3 miliardi di dollari. Irene è stato il primo uragano nel New Jersey degli ultimi 108 anni".

Il National Hurricane Center del NOAA ha riferito che le prime otto tempeste tropicali non hanno raggiunto lo stato di uragano, un record che non si aveva da quando sono iniziati gli studi e la catalogazione, nel 1851.

Si può consultare la pagina Hurricane Page Archive for 2011 della NASA che racoglie l'archivio dati degli uragani del 2011: http://www.nasa.gov/hurricane

Fonte Rob Gutro, NASA's Goddard Space Flight Center, Greenbelt, Md.
http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/features/2011HurricaneSeason.html
Video disponibile su: http://www.youtube.com/watch?v=fX7Q-0QuID4
Altre informazioni su: NOAA National Oceanic And Atmopheric Administration: Active 2011 Hurricane Season Breaks "Hurricane Amnesia": http://www.noaanews.noaa.gov/stories2011/20111128_endofhurricaneseason_2011.html
NASA Hurricane Archive: http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/archives/index.html
Informazioni sull'uragano Irene: http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/archives/2011/h2011_Irene.html
Informazioni sul ciclone tropicale Lee: http://www.nasa.gov/mission_pages/hurricanes/archives/2011/h2011_Lee.html

Sabrina