The Climate Summit è un’organizzazione globale di individui ed istituzioni consapevoli impegnati ad indirizzare i problemi del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile. Noi utilizziamo tecnologie di comunicazioni comuni, innovative ed avanzate per aumentare la presa di coscienza e creare un forum attraverso il quale la comunità può unirisi per discutere, deliberare ed agire.
lunedì 27 dicembre 2010
Venezia e il Global Warming
Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9b/Venezia_acqua_alta_notte_2005.jpg .
Oramai siamo arrivati a quota 200. E' il numero di volte che Piazza San Marco si è trovata allagata. Questi dati sono davvero preoccupanti.
I negozianti, ristoratori e gli artigiani veneziani sono oramai rassegnati, tristi e preoccupati. Sanno sicuramente di vivere in una città che dà molto, ma che prende anche molto.
Quando c'è acqua alta, l'attività a Venezia si ferma: i clienti non ci sono e i commercianti sono impegnati a pulire. Non si può parlare di "continuità lavorativa" e neppure i guadagni sono confrontabili con quelle delle altre città. Le nuove aziende che vorrebbero insediarsi a Venezia tengono conto di questa situazione oramai drammatica col risultato che solo le ditte più grosse possono permettersi di rimanere ancora a Venezia dato che i dipendenti, acqua alta o meno, devono comunque venire pagati.
L'intervista a Paolo Canestrelli, responsabile del centro previsioni e segnalazione maree del Comune di Venezia, su quotidiano Il Gazzettino di Venezia del 5 dicembre 2010, riporta dati allarmanti. Secondo il punto di vista dellingegnere Canestrelli, il numero alto di alta marea a Venezia è legato all'aumento del medio mare. I dati confermano un aumento di cinque centimetri in più rispetto all'anno scorso del livello del Mare Adriatico con una frequenza di alta marea che ha superato ogni record.
Attualmente, il livello è di 38 centimetri (5 centimetri in più rispetto all'anno scorso) dopo che il livello del mare era rimasto fermo sui 22-23 centimetri per oltre cinquant'anni. Ma probabilmente, questo valore di 38 centimetri è destinato a calare nei prossimi mesi, fino a tornare a livelli normali.
C'è bisogno di tempo per confermare questa ipotesi perché i dati statistici attualmente non sono sufficienti per poter prevedere l'andamento del fenomeno. La statistica ha bisogno di grandi numeri e 2-3 anni sono pochi.
Il motivo dell'innalzamento del livello del Mare Adriatico è legato all'abbassamento della pressione delle sue acque che può aver comportato un aumento delle temperature, con il conseguente scioglimento dei ghiacciai. Sono gli effetti del global warming che si manifestano anche localmente su una città come Venezia.
Sabrina
sabato 23 ottobre 2010
NAPOLI, RIFIUTI E SOSTENIBILITA'
domenica 26 settembre 2010
CAMBIAMENTI SUL KILIMANGIARO
Il Monte Kilimangiaro, la montagna più alta dell'Africa, raggiunge i 5.890 metri. Qui è stato ripreso, a sinistra, il 17 febbraio 1993, a destra il 21 febbraio 2000. In sette anni è ben visibile la forte riduzione della cappa di ghiaccio.
Crediti: NASA/USGS Landsat satellite. Jim Williams, NASA GSFR Scientific Visualization Studio e The Landsat 7 Science Team.
Sabrina
lunedì 6 settembre 2010
UNO SCIENZIATO SBUGIARDA IL NEGAZIONISTA “U.S. SENATE MINORITY REPORT”
Giovanni:
I have been convinced since the late 1980s that climate change is largely anthropogenic and represents a serious strategic challenge for humanity to manage. I have never been a “scientific skeptic” although there have been occasions when I have been critical of overstated confidence for specific projections and the use of extreme scenarios in order to frighten people into taking action.
It is true that I have been consistently critical of the FCCC and Kyoto route for managing the problem of climate change and its impacts.
I have never directly confronted the authors of the “minority report”, although I have twice been asked by journalists about it and in each case I have made my position clear and asked them to convey to the publishers my view that my inclusion is inappropriate. The publishers apparently take the view that being a skeptic of current policy is sufficient to justify my inclusion and have ignored the calls for my removal from the list.
Steve
Steve Rayner
James Martin Professor of Science and Civilization,
Director, Insitute for Science Innovation and Society,
University of Oxford,
Honorary Professor of Climate Change and Society,
University of Copenhagen,
Provo a tradurlo al meglio in italiano, parola per parola, per chi non conosce l’inglese
Giovanni,
Sono stato convinto sin dalla fine degli anni ‘80 che il cambiamento climatico è largamente antropogenico e rappresenta una seria sfida strategica per l’umanità da gestire. Io non sono mai stato uno “scettico scientifico” sebbene ci siano state occasioni quando sono stato critico sulla fiducia esagerata per proiezioni specifiche e l’uso di scenari estremi per intimorire le persone nel prendere azioni.
E’ vero che sono stato consistentemente critico sulla strada del FCCC e Kyoto per gestire il problema dei cambiamenti climatici e dei suoi impatti.
Non mi sono mai direttamente confrontato con gli autori del “minority report”, sebbene mi sia stato chiesto a tal proposito due volte da giornalisti e in ogni caso ho espresso la mia posizione chiara ed ho chiesto loro di comunicare agli editori (del minority report, n.d.t) il mio giudizio che la mia inclusione è inappropriata. Gli editori apparentemente hanno l’opinione che essere uno scettico della politica corrente è sufficiente per giustificare la mia inclusione ed hanno ignorato le chiamate per una mia rimozione dalla lista.
Questo caso dimostra la vera natura del “miniroty report”: un documento ideologico e disinformativo che travisa le affermazioni di persone, come successo per il Professor Rayner.
domenica 5 settembre 2010
IL CLIMATE SUMMIT SU FORESTE E CAMBIAMENTO CLIMATICO
Disponibile su: http://www.nemus.it/immagine/news05_9Foreste.jpg .
La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica sul "Green Paper on Forest Protection and Information in the EU: Preparing Forests for Climate Change". La consultazione è terminata il 31 luglio.
Il Climate Summit European Coordination ha preparato e presentato alla Commissione Europea un documento in risposta a tale consultazione pubblica.
Il documento è disponibile su:
https://docs.google.com/fileview?id=0ByVUO3Er12PJYmJiNjQxNjQtYWFiMy00MjdjLTgzZDYtYWUxZWE4Y2ZiMjJh&hl=it&pli=1
venerdì 20 agosto 2010
GLI INCENDI IN BRASILE
Vari incendi, divampati lungo il bordo sud orientale della Foresta Pluviale Amazzonica, sono stati ripresi dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo del satellite Aqua della NASA il 17 agosto scorso. Il rosso marca il contorno del luogo ove il sensore MODIS ha rilevato un picco termico, molto probabilmente un incendio. Un fumo denso vela la foresta verde, qui in grigio.
Gli incendi vengono usati frequentemente per eliminare gli alberi e far spazio a nuove terre di pascolo o per le colture. La maggior parte di questi incendi, ripresi in questa immagine, sono raggruppati lungo il bordo della foresta che si affaccia su terreni già ripuliti in precedenza, e che qui appaiono di color marrone. Non è possibile da una sola immagine risalire alle cause degli incendi, anche se la loro posizione, al margine della foresta, suggerisce che siano di natura dolosa.
Misurazioni compiute da satellite forniscono una visione d'insieme dell'estensione del fuoco in un'area vasta e remota come il Bacino dell'Amazzonia. E' anche vero che gli incendi divampano durante la stagione secca con una certa periodicità, ma il 2010 ha mostrato di essere un anno davvero insolito. Secondo quanto riportato dalla BBC News, i satelliti hanno rilevato un aumento di un fattore tre nel numeo di incendi in cinque stati brasiliani.
Fonte Earth Observatory - NASA:
http://earthobservatory.nasa.gov/NaturalHazards/view.php?id=45349. Riferimenti: BBC News, 15 agosto 2010, Cortesia immagini: MODIS Rapid Response Team del NASA GSFC.
Sabrina
domenica 15 agosto 2010
DALLO SPAZIO UNA RISPOSTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
martedì 3 agosto 2010
IL CARBONIO NERO RESPONSABILE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
E' emerso che la quantità di radiazione solare assorbita aumenta con l'aumento del rapporto del carbonio nero/solfati. Inoltre, le emissioni di carbonio nero derivanti dai combustibili fossili causerebbero il 100% in più di riscaldamento rispetto ai derivati della combustione delle biomasse.
In un articolo pubblicato nel maggio 2008 su Nature Geoscience, Carmichael e Ramanathan hanno trovato che l’emissione del carbonio nero dal motore diesel e la fuliggine dai forni domestici, usati soprattutto in Asia, possono giocare un ruolo fondamentale sul riscaldamento globale, più importante di quanto ritenuto finora.I ricercatori nello stesso articolo hanno sottolineato il fatto che i forni a carbone in Cina e in India producono circa un terzo del carbonio nero; i rimanenti due terzi sono dovuti soprattutto alle emissioni dei motori diesel in Europa e in tutti i paesi in cui se ne fa uso.
sabato 17 luglio 2010
SI ALZA IL LIVELLO DEL MARE NELL'OCEANO INDIANO
Inoltre, è emerso che i livelli dei mari stanno calando in altre zone. Lo studio indica che le Isole Seychelles e Zanzibar della costa della Tanzania mostrano la più vasta decrescita del livello del mare.
UN ALTRO EVENTO IN AFRICA
Lo scopo delle videoconferenze è quello di connettere le organizzazioni dei giovani africani, che lavorano su uno sviluppo sostenibile e sul cambiamento climatico, con delle discussioni che avranno come argomento il Post-COP15 Agenda, ossia tutto quello che si sta facendo da un punto di vista istituzionale dopo la Conferenza di Copenaghen del 2009 (COP15) sul clima organizzata dal'ONU.
Per maggiori informazioni si visiti il sito http://www.turkiye2010.org .
martedì 6 luglio 2010
Il Primo African Youth Summit sul cambiamento climatico
Jean Paul Brice Affana, membro del Climate Summit Africa, ci ha fatto pervenire la notizia di questo importante evento.
Il primo summit dei giovani africani sul cambiamento climatico (The First African Youth Summit on Climate Change, pagina web: http://www.climatechange.ayicc.net/ ) organizzato dall'African Youth Initiative on Climate Change (AYICC), sarà un punto di incontro per i giovani africani che potranno trovarsi assieme e discutere su questioni relative ai cambiamenti climatici, tra cui il ruolo dei giovani nei vari progetti di adattamento alle nuove condizioni di vita, sensibilizzazione verso queste tematiche e loro partecipazione, biodiversità e partecipazione attiva ai negoziati UNFCCC.
Il link per il modulo della domanda di partecipazione in formato doc è disponibile alla pagina http://www.climatechange.ayicc.net/?p=20 del First African Youth Initiative on Climate Change (AYICC).
domenica 4 luglio 2010
Un caldo rovente
venerdì 2 luglio 2010
CAMBIAMENTI SULLA SUPERFICIE TERRESTRE
Puntiamo lo sguardo sulla Bolivia, in particolare su un'area di foresta tropicale che si trova ad est di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Fin dalla metà degli anni 80' l'insediamento in nuovi territori di persone provenienti dall'Altopiano delle Ande e lo sviluppo su grande scala dell'agricoltura (il cosidetto Progetto di Tierras Baja) ha comportato la deforestazione dell'area. A sinistra, com'era la zona il 17/06/1975, in centro il 10/0/1992, a destra il 01/08/2000.
Crediti: Landsat Mission. NASA/USGS.
Sulle vette dell'Ama Dablam
In foto, il Ghiacciaio Ama Dablam della catena dell'Himalaya. L'immagine di sinistra risale all'autunno del 1956, quella di destra è stata scattata il 01/11/2007. La vetta più alta dell'Ama Dablam è di circa 7.000 metri e si trova proprio a sud del Monte Everest e del Monte Lhotse, nella regione Khumbu. Nonostante la prima foto sia in bianco e nero, è ben evidente il ritiro dei ghiacciai soprattutto ai piedi della vetta.
Crediti: Erwin Schneider (foto del 1956), Association for Comparative Alpine Research, Monaco, Archivi di Alton Byers, the Mountain Institute; Alton Byers (foto del 2007), the Mountain Institute.
Un giorno di polvere
Della polvere sta oscurando la maggior parte della regione Liaoning in Cina e la parte nord-ovest della Corea. L'immagine di sinistra è stata scattata il 23/03/2002, in un giorno relativamente luminoso, quella di destra il 08/04/2002 col cielo ricoperto di polvere. I temporali trasportano su grandi distanze non solo la polvere di minerali dai deserti cinesi e mongoli, ma anche l'inquinamento prodotto dall'agricoltura, dall'industria e dalle fonti energetiche. La polvere asiatica è arrivata molto lontano, fino al Colorado (USA). Nubi dense di polvere bloccano in modo considerevole la luce solare, che influisce sulla produzione del plancton marino e comporta un abbassamento della temperatura a livello regionale.
Crediti: Multi-angle Imaging spectroradiometer (MISR) della NASA, GSFC/LaRC/JPL/MISR Team.
Una sosta in Tunisia
Il Lago Ichkeul nel nord della Tunisia. L'immagine più in alto è stata fatta il 14/11/2001, quella più sotto il 29/07/2005. Il livello dell'acqua è alto, ma una buona parte del lago è di coloro rosso, a causa della presenza di piante acquatiche. Il Lago Ichkeul e le aree paludose rappresentano il punto in cui sostano centinaia di migliaia di uccelli migratori che arrivano per nutrirsi e nidificare. E' l'ultimo lago rimasto in quella catena che un tempo si estendeva su tutto il nord Africa, ora fortemente deterioratasi a causa della costruzione di tre dighe che hanno ridotto quasi tutto l'afflusso di acqua dolce. Il governo tunisino è impegnato annualmente a mantenere l'acqua dolce nel lago e a ridurne la salinità.
Crediti: NASA/GSFC/METI/ERSDAC/JAROS e U.S./Japan ASTER Science Team.
Fonte: Global Climate Change - Eyes on the Earth: http://climate.nasa.gov/stateOfFlux/index.cfm .
martedì 22 giugno 2010
TURISMO INVERNALE: I GUAI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Aumento di Temperatura | Nuovo valore della Linea di Affidabilità della Neve | Stazioni Sciistiche sopra la Linea di Affidabilità. |
1°C | 1650 metri | 131 |
2°C | 1800 metri | 88 |
4°C | 2100 metri | 30 |
Tabella 1
[1]P. Angelini, Luca Cetara, Data and elaboration on the Italian Alpine and Pre-Alpine Ski Stations, Ski Facilities and Artificial Snowmaking , MATTM e Accademia Europea di Bolzano-EURAC 2007
lunedì 21 giugno 2010
CAMBIAMENTI CLIMATICI - L'EFFETTO SERRA : Parte I
CAMBIAMENTI CLIMATICI -PARTE 1 : L'ALBEDO
La neve riflette quasi tutta la radiazione solare che la colpisce. Pertanto, quando la neve si scioglie, l’albedo diminuisce provocando un aumento della temperatura (ricordate? Se l’albedo diminuisce la temperatura aumenta) che, a sua volta, fa sciogliere altra neve e, quindi, provoca un ulteriore aumento di temperatura. Questo fenomeno continua fino al raggiungimento di un equilibrio termodinamico, ma comporta un aumento complessivo della temperatura e, quindi, del riscaldamento terrestre. Uno dei motivi per cui è importante che i ghiacciai non si sciolgano è legato a questo fenomeno: uno scioglimento dei ghiacciai comporterebbe, oltre all’innalzamento dell’acqua, una diminuzione dell’albedo con conseguente aumento di temperatura ed effetto a catena di scioglimento dei ghiacciai. Le nuvole, invece, riflettono la radiazione solare e quindi contribuiscono globalmente ad aumentare l’albedo ed a raffreddare la Terra. Anche gli aerosol (le particelle sospese nell’atmosfera a causa di eventi naturali, come eruzioni e tempeste di sabbie, o dell’inquinamento dell’uomo) riflettono la radiazione solare, aumentando quindi l’albedo, anche se la variazione nella loro composizione può comportare alcune variazioni nel potere riflettente.
Le attività dell’uomo legate alla deforestazione e all’agricoltura possono portare ad una diminuzione dell’albedo e, quindi, ad un riscaldamento globale. Ad esempio, nelle foreste tropicali gli alberi sono tagliati e rimpiazzati con suolo ancora più scuro a scopo di coltivazione. In questo caso, la radiazione solare assorbita aumenta ( i colori scuri assorbono maggiormente la luce, mentre il bianco la riflette) e la temperatura aumenta. Pertanto, la deforestazione e la cattiva gestione dei terreni agricoli possono contribuire ad aumentare la temperatura terrestre. Alcune immagini satellitari mostrano come le zone di città con costruzioni di colore scuro siano molto più calde di zone delle città che hanno giardini, piante ed alberi, esattamente come succede per il suolo scuro delle foreste. Anche le scelte costruttive e di politica urbanistica possono, quindi, influenzare il riscaldamento della Terra. Nel prossimo post, parleremo proprio di questo trattando di un argomento non molto affrontato: le isole di calore urbano.