sabato 17 luglio 2010

SI ALZA IL LIVELLO DEL MARE NELL'OCEANO INDIANO

La circolazione atmosferica. Fonte: http://cameraobscura.busdraghi.net/wp-content/uploads/2008/05/circolazione_atmosferica.jpg


Da quanto emerge in un recente studio, il livello del mare sta aumentando in modo non uniforme nell'Oceano Indiano, mettendo a rischio milioni di persone lungo le coste del Bangladesh, Indonesia e Sri Lanka.

Ricercatori dall'Università del Colorado e del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica affermano che l'aumento del livello del mare è causato in parte dal cambiamento climatico ed è provocato dal riscaldamento delle acque e dai cambiamenti alle strutture della circolazione atmosferica. Questo lavoro è stato pubblicato recentemente su Nature Geoscience.

Nel suo discorso ufficiale al momento del ricevimento del Premio Nobel per la Pace l'anno scorso, il Presidente Americano Barack Obama ha messo in guardia che se il mondo non farà nulla per affrontare il cambiamento climatico, "dovremo fronteggiare più problemi di siccità, carestia e spostamento di massa che provocheranno conflitti per vari decenni".
Gli autori di quest'ultimo studio affermano che un innalzamento dei mari potrebbe far peggiorare le piene monsoniche, causare danni ai raccolti per il mercato, alle case e ai mezzi di sussistenza. Inoltre, si insiste sul fatto che una migliore conoscenza dei cambiamenti climatici è necessaria per una migliore valutazione dei rischi e per poterli pianificare al meglio in futuro.
Il livello dei mari in generale sta aumentando globalmente di circa 3 mm all'anno. I ricercatori danno la colpa dell'aumento di temperature alla maggiore quantità di gas serra, come il biossido di carbonio prodotto dal bruciamento dei combustibili fossili, che intrappola il calore nell'atmosfera.Gli oceani assorbono una grande quantità di questo calore extra che porta all'innalzamento del livello dei mari. Temperature più calde producono pure lo scioglimento dei ghiacciai e di alcune parti dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia e l'Antartide orientale.
Il gruppo di ricercatori nei loro studi hanno utilizzato dati di misura della marea a lungo termine, osservazioni da satellite e modelli climatologici ottenuti col computer per costruire un'immagine realistica dell'incremento del livello del mare nell'Oceano Indiano fin dagli anni Sessanta.Si è trovato che l'aumento del livello delle acque è considerevole soprattutto lungo le coste della Baia del Bengala, del Mare Arabico, dello Sri Lanka, di Sumatra, Giava e che queste aree potrebbero soffrire aumenti più grandi che non quelli a livello globale.
Inoltre, è emerso che i livelli dei mari stanno calando in altre zone. Lo studio indica che le Isole Seychelles e Zanzibar della costa della Tanzania mostrano la più vasta decrescita del livello del mare.

Ma questo innalzamento del livello del mare non risulta uniforme sulla superficie terrestre. Un ruolo chiave in questo processo è un'area d'acqua calda Indo-Pacifico, una vasta area di forma ovale che attraversa gli oceani tropicali dalle coste dell'Africa fino al Pacifico dove si trova linea del cambiamento di data internazionale.Quest'area si è riscaldata di circa 0.5 °C negli ultimi 50 anni, soprattutto a causa delle emissioni di gas serra prodotte dall'uomo. L'acqua più calda ha rafforzato due delle principali strutture della circolazione atmosferica che hanno il maggiore impatto sui livelli delle acque."I nostri nuovi risultati mostrano che i cambiamenti della circolazione atmosferico-oceanica causata dall'uomo sull'Oceano Indiano, mai studiati prima, contribuiscono alla variabilità regionale del cambiamento del livello del mare" ha affermato Gerald Meehl del NCAR a Boulder, Colorado.

La causa fondamentale della circolazione atmosferica è il differente riscaldamento nelle diverse regioni sulla superficie terrestre parte del Sole, che in media è massimo all'equatore e minimo nelle regioni polari. Questa differenza di riscaldamento crea la necessità di trasferire calore dall'equatore verso i poli. Quindi, la circolazione atmosferica trasporta energia verso i poli diminuendo in questo modo la differenza di temperatura tra le regioni equatoriali e quelle polari.

Le due principali strutture dei venti nella regione sono le circolazioni Hadley e Walker.

Nella circolazione di Hadley i mari tropicali vicino all'equatore sono caldi, cosicchè anche l'aria sopra di essi lo è. L'aria sale e si sposta a nord e a sud dell'equatore verso aree più fredde, le aree subtropicali. Qui si raffredda e scende di altitudine. Quando quella massa di aria più fredda ridiscende verso la superficie e si dirige nuovamente verso l'equatore.

La circolazione di Walker si ha nell'atmosfera tra le regioni orientali e quelle occidentali del Pacifico tropicale. Man mano che il sole riscalda lo strato superiore dell'acqua a ovest, all'incirca vicino all'Indonesia e all'Australia, l'aria calda e umida sale nell'atmosfera, formando un sistema di bassa pressione a livello del mare. Man mano che l'aria sale, si raffredda e scarica la sua umidità sotto forma di piogge nella zona. L'aria secca viene spinta verso est dai venti dell'alta atmosfera. Viaggiando verso est l'aria diventa più fredda e pesante e quando raggiunge il Perú e l'Ecuador comincia a scendere. Si crea così un sistema di alta pressione vicino alla superficie del mare. E a bassa quota i venti alisei soffiano verso ovest, verso l'Indonesia, completando così il ciclo. Questi venti accumulano acqua più calda nel Pacifico occidentale al punto che lì il livello del mare è anche di 60 centimetri più alto e la temperatura superficiale dell'acqua è anche di 8 °C maggiore che in Ecuador.

Nel Pacifico orientale affiora acqua più fredda e ricca di sostanze nutritizie, facendo prosperare la vita marina. Questa fa sì che la temperatura superficiale del mare è più bassa a est che a ovest.Le cose sono, però, più complicate per la presenza di El Niño.

Fonte Reuters Africa:
http://af.reuters.com/article/commoditiesNews/idAFSGE66D06F20100714 .

UN ALTRO EVENTO IN AFRICA

Il Cameroonian youth green NGO, Vital Action for Sustainable Development (AVD) organizzerà il prossimo 3 agosto 2010 due sessioni di videoconferenze durante il Quinto Congresso Giovanile Mondiale (The 5th Wold Youth Congress) che si terrà ad Istanbul dal 31 luglio al 13 agosto 2010.

Lo scopo delle videoconferenze è quello di connettere le organizzazioni dei giovani africani, che lavorano su uno sviluppo sostenibile e sul cambiamento climatico, con delle discussioni che avranno come argomento il Post-COP15 Agenda, ossia tutto quello che si sta facendo da un punto di vista istituzionale dopo la Conferenza di Copenaghen del 2009 (COP15) sul clima organizzata dal'ONU.

Per maggiori informazioni si visiti il sito http://www.turkiye2010.org .

martedì 6 luglio 2010

Il Primo African Youth Summit sul cambiamento climatico


Jean Paul Brice Affana, membro del Climate Summit Africa, ci ha fatto pervenire la notizia di questo importante evento.

Il primo summit dei giovani africani sul cambiamento climatico (The First African Youth Summit on Climate Change, pagina web: http://www.climatechange.ayicc.net/ ) organizzato dall'African Youth Initiative on Climate Change (AYICC), sarà un punto di incontro per i giovani africani che potranno trovarsi assieme e discutere su questioni relative ai cambiamenti climatici, tra cui il ruolo dei giovani nei vari progetti di adattamento alle nuove condizioni di vita, sensibilizzazione verso queste tematiche e loro partecipazione, biodiversità e partecipazione attiva ai negoziati UNFCCC.
Il summit è aperto ai giovani provenienti da tutta l'Africa interessati e coinvolti in iniziative volte ad affrontare il tema del cambiamento climatico.Vi saranno varie sessioni informative e vari workshop su questo tema che spazieranno dall'attuale conoscenza scientifica all'effettivo appoggio politico.

Il link per il modulo della domanda di partecipazione in formato doc è disponibile alla pagina http://www.climatechange.ayicc.net/?p=20 del First African Youth Initiative on Climate Change (AYICC).


domenica 4 luglio 2010

Un caldo rovente


Realizzato dalla DG Ambiente, "Un caldo rovente" è un fumetto per giovani e adulti scaricabile in versione italiana su: http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/pdf/weather_it.pdf .

Il mondo si fa sempre più caldo. Il clima sta cambiando e abbiamo ondate di caldo come questa. E tempeste, inondazioni, alluvioni e altri tipi di catastrofi naturali. Tutto viene raccontato da un pompiere ad un bambino.

Vengono discussi anche altri tipi di problemi, come il calore che viene sprecato nelle nostre case con gli spifferi d'aria da sotto le porte e attraverso le finestre che non si chiudono bene e il conseguente innalzamento del riscaldamento.

Un racconto utile per i bambini, ma soprattutto per gli adulti.

venerdì 2 luglio 2010

CAMBIAMENTI SULLA SUPERFICIE TERRESTRE


di Sabrina Masiero

Grazie alle foto ottenute dai satelliti nel corso degli anni di varie regioni sulla Terra, è possibile osservare il rapido cambiamento della sua superficie. L'effetto di queste variazioni è dovuto in parte al cambiamento climatico, in parte all'urbanizzazione, al disboscamento, agli incendi dolosi provocati dall'uomo o alle inondazioni.
Riportiamo a titolo di esempio, il caso della deforestazione in Bolivia, dello scioglimento del ghiacciaio Ama Dablam dell'Himalaya, della polvere che si alza sulla regione Liaoning in Cina e della notevole riduzione di dimensioni del Lago Ichkeul nel nord della Tunisia.

La deforestazione in Bolivia



Puntiamo lo sguardo sulla Bolivia, in particolare su un'area di foresta tropicale che si trova ad est di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Fin dalla metà degli anni 80' l'insediamento in nuovi territori di persone provenienti dall'Altopiano delle Ande e lo sviluppo su grande scala dell'agricoltura (il cosidetto Progetto di Tierras Baja) ha comportato la deforestazione dell'area. A sinistra, com'era la zona il 17/06/1975, in centro il 10/0/1992, a destra il 01/08/2000.
Crediti: Landsat Mission. NASA/USGS.

Sulle vette dell'Ama Dablam



In foto, il Ghiacciaio Ama Dablam della catena dell'Himalaya. L'immagine di sinistra risale all'autunno del 1956, quella di destra è stata scattata il 01/11/2007. La vetta più alta dell'Ama Dablam è di circa 7.000 metri e si trova proprio a sud del Monte Everest e del Monte Lhotse, nella regione Khumbu. Nonostante la prima foto sia in bianco e nero, è ben evidente il ritiro dei ghiacciai soprattutto ai piedi della vetta.
Crediti: Erwin Schneider (foto del 1956), Association for Comparative Alpine Research, Monaco, Archivi di Alton Byers, the Mountain Institute; Alton Byers (foto del 2007), the Mountain Institute.

Un giorno di polvere



Della polvere sta oscurando la maggior parte della regione Liaoning in Cina e la parte nord-ovest della Corea. L'immagine di sinistra è stata scattata il 23/03/2002, in un giorno relativamente luminoso, quella di destra il 08/04/2002 col cielo ricoperto di polvere. I temporali trasportano su grandi distanze non solo la polvere di minerali dai deserti cinesi e mongoli, ma anche l'inquinamento prodotto dall'agricoltura, dall'industria e dalle fonti energetiche. La polvere asiatica è arrivata molto lontano, fino al Colorado (USA). Nubi dense di polvere bloccano in modo considerevole la luce solare, che influisce sulla produzione del plancton marino e comporta un abbassamento della temperatura a livello regionale.
Crediti: Multi-angle Imaging spectroradiometer (MISR) della NASA, GSFC/LaRC/JPL/MISR Team.


Una sosta in Tunisia



Il Lago Ichkeul nel nord della Tunisia. L'immagine più in alto è stata fatta il 14/11/2001, quella più sotto il 29/07/2005. Il livello dell'acqua è alto, ma una buona parte del lago è di coloro rosso, a causa della presenza di piante acquatiche. Il Lago Ichkeul e le aree paludose rappresentano il punto in cui sostano centinaia di migliaia di uccelli migratori che arrivano per nutrirsi e nidificare. E' l'ultimo lago rimasto in quella catena che un tempo si estendeva su tutto il nord Africa, ora fortemente deterioratasi a causa della costruzione di tre dighe che hanno ridotto quasi tutto l'afflusso di acqua dolce. Il governo tunisino è impegnato annualmente a mantenere l'acqua dolce nel lago e a ridurne la salinità.
Crediti: NASA/GSFC/METI/ERSDAC/JAROS e U.S./Japan ASTER Science Team.

Fonte: Global Climate Change - Eyes on the Earth: http://climate.nasa.gov/stateOfFlux/index.cfm .